mercoledì 3 gennaio 2018

Dachau

Buon Salve a tutti,

lo scorso fine settimana sono andata per due giorni a Monaco, con una piccola tappa a Dachau, così ho pensato che sarebbe stato interessante condividere la mia esperienza con voi.
Il progetto prevedeva una vacanza a Monaco di Baviera dal 30 al 31 Dicembre, prima di arrivare a destinazione però, io e la mia famiglia abbiamo deciso di fare una piccola sosta a Dachau, dove si può visitare gratuitamente uno dei primi campi di concentramento risalente al periodo nazista.
Io ci ero già stata qualche anno prima con la scuola ma non conoscevo bene il tedesco, così molte informazioni mi erano sfuggite, quindi ero più che emozionata di ritornarci.
Pioveva molto e c'erano dei residui di neve non ancora sciolta per terra, fango e ghiaccio ovunque, credo fosse il clima perfetto per poter apprendere appieno un posto del genere.
Già l'entrata di per sé metteva angoscia e tristezza, si trattava di un cancello di ferro con su scritto “Arbeit macht frei” ovvero “Il lavoro rende liberi”, frase che avevo solo letto nei libri e sentito raccontare, ma trovarcisi difronte è tutt’altra cosa.
Appena entrati si estendevano davanti a noi ettari di puro e innevato niente. Girando lo sguardo sulla sinistra abbiamo poi notato due grandi baracche e dietro a esse due lunghissime file di inesistenti costruzioni indicate dalle sole fondamenta: erano state precedentemente abbattute, dopo la fine della guerra, e divise da un viale più che macabro.
Alla nostra destra invece si ergeva un edificio austero, al suo interno si trovavano originariamente uffici e sale esperimenti, ma oggi ospita un museo esplicativo sul campo di concentramento.
Dachau è risultato essere l'esempio organizzativo dal quale hanno preso spunto tutti gli altri Lager della Germania nazista.
Nel museo, oltre ad esserci dei cimeli originali usati dalle SS e dai prigionieri, si potevano osservare delle foto d'epoca scattate per esempio durante gli esperimenti scientifici dove il prigioniero, già senza nome, si ritrovava ad essere una cavia.
Immagini molto forti ed esplicite venivano mostrate sui i pannelli illustrativi, tanto che era molto difficile rimanere impassibili dinanzi a tanto orrore.
Una volta usciti dal museo ci siamo addentrati in una delle due baracche ancora intatte. All'interno si potevano notare delle ricostruzioni fedeli all'originale dei "letti" sopra i quali dormivano.
Certo se si possono chiamare delle costruzioni di legno grezzo simili a dei loculi, letto.
I bagni erano solo una sfilza di gabinetti malconci e c'era un unico lavandino simile ad una fontana dove spesso, stremati dalle condizioni disumane in cui si trovavano, molti si toglievano la vita impiccandosi.
Con il cuore già pieno di angoscia e pietà per questi poveri uomini, ci siamo diretti verso la fine dell'enorme viale che costeggiava le file di baracche. Dinanzi a noi c'era un enorme costruzione cilindrica degli anni '60 con all'interno un altare, luogo di preghiera per commemorare le vittime della strage.
Da questa costruzione girando a sinistra ci si addentrava, superando un ponte, lungo una stradina che ci avrebbe condotto in uno dei posti, secondo me, più significativi e orribili che l'uomo abbia mai creato. Posto nascosto, tra l’altro, agli altri prigionieri onde evitare pericolose ansie.
Tutto l'edificio era costruito in modo accurato e ben pensato, se qualche prigioniero era contaminato lo si faceva passare prima da tunnel situati all'esterno, dove il prigioniero veniva chiuso all'interno e gli venivano sparate dentro sostanze disinfettanti, vi lascio solo immaginare il dolore e la paura di stare lì dentro, eppure questo non è tutto. Dopo essere stati “disinfestati”, i malcapitati dovevano entrare all'interno della costruzione, qui dovevano prima attendere nella sala d'attesa, dopodiché entravano in una grande sala dove si spogliavano completamente e venivano invitati ad entrare in una stanza attigua per farsi una doccia. Doccia che risultava per loro fatale. Dopo questa "doccia" i corpi ormai senza vita venivano portati nella stanza accanto dove venivano bruciati nei forni crematori. Le uniche persone che erano a conoscenza di questo posto e dell’uso che se faceva erano le SS e i prigionieri che ci lavoravano all'interno.
Usciti da queste stanze ci siamo guardati mestamente e abbiamo preso un grosso respiro rinfrancati dall'aria fresca, immaginando con dolore chi, purtroppo, quel respiro non è riuscito più a prenderlo.
La nostra esperienza poi è finita là, siamo usciti e ci siamo messi in viaggio per Monaco, con la consapevolezza che quello che avevamo appena vissuto e visto non debba mai e poi mai essere dimenticato: il camminare nel fango tra il freddo e la pioggia, entrare in una sala doccia buia e piccola con il cuore carico di speranza e uscirci, invece, senza vita.
Osservare sulle foto le facce spaventate e assenti di persone innocenti che si sono ritrovate ad un punto di non ritorno mi ha fatto riflettere molto sulla cattiveria umana e su quanto questa possa essere causa di orrore e distruzione.
Non mi sento di continuare a descrivere quello che è stato il seguito del viaggio, perchè credo che un argomento come quello appena condiviso meriti un post tutto suo. Sono certa che comprendiate e condividiate questa scelta.
Scriverò prossimamente un articolo riguardante Monaco con argomenti decisamente meno impegnativi.
A presto, vi lascio con una toccante e tristemente veritiera poesia di Primo Levi

 Se questo è un uomo (1947)
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.



martedì 9 agosto 2016

Sistema scolastico tedesco pt.2 (i voti)

Buon Salve zusammen!

Sono tornata dopo una lunga assenza (pausa impegni/riflessione) per riprendere questo Blog. Più in là vi spiegherò in un articolo perché sono mancata e le esperienze scolastiche (e non) intense ma costruttive che ho vissuto da un anno a questa parte.
Oggi continuerò la rubrica sul sistema scolastico, parlando dei voti.
In primis dimenticatevi la scala di valutazione italiana perché qui è giusto "un po' differente", infatti le "Noten" non vanno da 0 a 10, ma semplicemente da 1 a 6.
Mentre in Italia l'uno sarebbe un voto pessimo e da bocciatura, in Germania esso equivale a un 10, il massimo dei voti! Immaginatevi la mia sorpresa quando ne ho visto comparire uno per la prima volta sul compito di italiano (eh, naturalmente). All'inizio pensavo di essere diventata improvvisamente una frana, beh diciamo che è stata una bella sorpresa :P

Come in Italia anche qui esistono i mezzi voti espressi come "+" e "-" ai quali in Germania si aggiungono le varianti del voto che chiamerei "oscillante", vale a dire ad esempio "2-3" o "3-4" e così via, che dovrebbero equivalere alla versione "0,5 / e mezzo" in Italia.

Ecco qui una tabella per rendere chiara l'equivalenza dei voti:

 1
EINS
 10
 2
ZWEI
 9/8
3
DREI
 7
 4
VIER
 6
 5
FÜNF
 5/4
 6
SECHS
 3/2/1/0

Questo è tutto sui voti e se avete qualche domanda più specifica chiedete pure, sarò più che contenta di rispondere! 
Nella prossima rubrica di "Sistema scolastico tedesco" vi parlerò delle verifiche, interrogazioni e Maturità!

Tschüß!!

venerdì 27 marzo 2015

Sistema scolastico tedesco p.1

Buon Salve!
In questo post tratterò un argomento un po' complesso e ingarbugliato vale a dire la scuola, o meglio, il sistema scolastico in Germania.
Come prima cosa c'è da dire che è molto diversa da quella italiana, dunque partendo dal principio esistono, come in Italia, gli asili e le scuole elementari solo che non ci sono le medie e le superiori. Le classi dopo la 5° sono la sesta (I media), la settima ( II media), l'ottava (III media), la nona (I/II superiore), la decima (III superiore),l'undicesima (IV  superiore) e la dodicesima (V superiore).
Poi per gli "Ausländern", ossia gli stranieri, c'è un corso (rivolto ai ragazzi fino ai 17 anni) che offre la maggior parte delle scuole in Germania, dove si studia solo tedesco e matematica (basica), per il tempo necessario a imparare la lingua.
Dopodiché esistono 3 gradi di scuole differenti a seconda "delle capacità" di ciascuno studente e sono:
-Hauptschule: che sarebbe il grado più basso è rivolto a chi non è in grado di fare di  più o non ne ha voglia, tuttavia con questo tipo di scuola non si troverà lavoro facilmente perché non rilascia un diploma;
-Realschule: è quella di mezzo nella quale si trova chi ha dei voti buoni ma non eccellenti, con questa scuola bisogna fare un po' più di anni ma rilascia un diploma;
-Gymnasium: è la scuola più alta per chi ha dei voti davvero buoni e il percorso fino al diploma è più diretto alla carriera universitaria rispetto a quello della Realschule.
I ragazzini sono abituati all'idea del lavoro già verso il 13/14 anni (dipende dalle scuole), infatti una o due volte all'anno fanno un "Praktikum", che sarebbe una sorta di tirocinio a titolo gratuito, durante il quale fanno una settimana in una ditta o negozio, o quello che preferiscono, per provare l'esperienza del lavoro. Ovviamente bisogna cercarselo da sé, mentre per quanto riguarda il lavoro retribuito molti ragazzini si cimentano nella consegna dei giornali nel loro quartiere, guadagnando anche una bella cifretta ahahahah:D
Questa è solo la prima parte nei prossimi post vi spiegherò nei minimi dettagli e con chiarezza le molteplici attività che la scuola tedesca offre.
Tschüss :)

sabato 21 marzo 2015

LA NOSTALGIA

Buon Salve! 
Eccomi tornata, scusate l'assenza ma la scuola porta via un bel po’ di tempo. In questo post, oggi, voglio parlarvi della nostalgia e non parlo solo delle persone ma anche dei luoghi.
Ambientarsi in un altro Paese è abbastanza semplice e divertente ma è inevitabile che dopo qualche mese voi non sentiate nostalgia di casa, è normale.
Per quanto i nuovi posti vi piacciano tantissimo, i vostri pensieri vanno sempre al vostro Paese e ai vostri amici e parenti. In alcuni periodi poi ci si sente risucchiati in un turbine di monotonia, e neanche i nuovi posti vi entusiasmano più, ma alla fine è solo un periodo e in un certo senso una sfida perché voi non dovete cedere alla malinconia e alla nostalgia, bensì sperimentare e provare cose nuove.
Provate ad esempio a svagarvi un po’ con un buon libro dove rifugiarsi e staccare un po' dalla quotidianità  o  magari potreste scrivere, come me, le vostre esperienze  e poi, con l’arrivo della primavera, passeggiate al sole, parlate e uscite con gli amici, insomma fate di tutto per "sconfiggere" la nostalgia.
Tschüß :D

giovedì 26 febbraio 2015

PRO E CONTRO

Buon salve!
Oggi ho deciso di scrivere un post un po' particolare, vale a dire una lista dei pro e dei contro (stile How I met your mother) sul solito argomento: "trasferimento all'estero".
Dunque io inizierei dai pro.
PRO DEL TRASFERIMENTO:
- A volte fa anche bene cambiare "aria", aiuta a definire il carattere e a indirizzarti verso un'altra strada che può essere migliore o peggiore di quella che si era immaginata (ma questo sei tu a deciderlo);
- È utile uno scambio di cultura che non può fare altro che ingrandire il nostro bagaglio culturale;
- È un tuffo nel mondo della responsabilità, anche perché una volta che varcate il confine sta a voi cavarvela!
- Per imparare più in fretta la lingua, sarete “costretti” a fare conversazione con le persone e se siete timidi, in piccola parte, tutto ciò vi può aiutare a sbloccarvi.
Ora passiamo a qualche contro.
CONTRO DEL TRASFERIMENTO:
- Dovrete salutare i vostri amici o familiari (ricordate che salutare non significa dover dire addio anche perché con la tecnologia a nostra disposizione sarà come se non vi foste mai trasferiti);
- All'inizio è difficile abituarsi (ma dopo qualche mese ripartirete con lo spirito giusto!);
- Imparare una nuova lingua (per qualcuno sarà un pro e per qualcuno un contro ma, credetemi, un conto è imparare la lingua a scuola, un conto è doverla utilizzare correttamente tutti i giorni con delle persone madrelingua).
Nonostante tutto, credo che i pro e contro cambino da persona a persona, le cose che per me possono essere belle, per alcuni potrebbero essere orribili. Quindi ci tengo a dire che questi sono solo i miei pensieri, non voglio in alcun modo convincervi che ciò che ho elencato sia l’unica situazione possibile ahah
Tschüss :D

domenica 22 febbraio 2015

E la tua reazione?

"Buon salve"!
Dunque, vorrei iniziare questo post con una domanda: quale sarebbe la tua reazione se ti dicessero che in programma c'è un trasferimento all'estero? Beh...la mia è stata abbastanza pacata, se ci penso. Ma devo essere sincera, la mia unica emozione durante quei mesi è stata solo " Paura": Paura di non poter tornare più indietro nella mia Patria e quindi di non rivedere più la mia famiglia e i miei amici, Paura di ciò che mi aspettava, ma soprattutto Paura di non riuscire a farcela. È ovvio come, in genere, il primo periodo non sia tutto rose e fiori, anche perché non è semplice imparare una lingua così "diversa" e ambientarsi bene nella società.  I primi mesi non riuscivo a rendermi conto del fatto che ormai la mia vita si fosse spostata in Germania, per me era come un viaggio, mi sentivo una turista. Nonostante tutto mi sono cimentata nell'impresa mettendoci tutta me stessa, anche perché ormai ero in "ballo" e mi toccava ballare. Certo, la reazione che non aiuterà mai in questi casi è piangere o disperarsi, ma bisogna, piuttosto, prendere questo genere di esperienze come una sfida contro se stessi e chiedersi: fino a che punto posso farcela?
Tschüss :)

mercoledì 18 febbraio 2015

INTRODUZIONE

"Buon Salve!"
Comincio col presentarmi: ho 15 anni, sono nata nella provincia di Lecce (Puglia)
Ci tengo a precisare che non sono una scrittrice o una blogger esperta ma ho comunque deciso di condividere la mia esperienza con voi. Di che esperienza parlo? Beh dal nome del mio Blog si dovrebbe intuire qualcosa, infatti da circa due anni  mi sono dovuta trasferire in Germania per il lavoro di mio padre. Così ho pensato di raccontare un po' la mia situazione da due anni a questa parte perché potrebbe essere utile per qualche nuovo/a "vittima" eheh ;)
Tschüss :D